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Storia

Il canonico Lucio Villabruna ed i suoi fratelli vennero in possesso nel 1644 di una proprietà in località Sasset, ceduta il 02 giugno 1650 al notaio feltrino Antonio Gavazzi; questi aveva ottenuto in data 10 settembre 1649 la licenza di costruire un oratorio intitolato ai Santi Liberale e Barbara, dotato di una porta sulla pubblica via per comodità dei fedeli.
Queste proprietà furono poi acquistate nel 1688 dal notaio feltrino Antonio Vellaio, che eresse l’attuale villa sul sedime di un preesistente edificio; la figlia Francesca sposò il nobile Giovanni Battista Zugni e fece restaurare l’oratorio nel 1746.
Nel 1787 la villa di Cart, insieme ad altri possedimenti, fu impegnata per la costituzione del patrimonio necessario all’ordinazione di Don Pietro Bottari, divenuto poi autorevole canonico, che morirà proprio in villa San Liberale e sarà sepolto nel cimitero di Santa Libera.
Nel 1814 l’intero complesso venne venduto da Benedetto Zugni a Girolamo Bianco, e nel 1850 passò in eredità ad Antonio, che si distinse nell’allevamento e morì nel 1856. Sposato con Maria Tiretta, quest’ultima si unì in seconde nozze a Giambattista Bellati nel 1857. La villa passò quindi ad Antonio che sposò Teresita, figlia del poeta e patriota Arnaldo Fusinato (1817-1888) e di Erminia Fuà poetessa a sua volta; nata nel 1831 a Rovigo, Erminia Fuà sposò Arnaldo Fusinato nel 1856; per lui era il secondo matrimonio avendo sposato in prime nozze Anna Colonna della quale era rimasto vedovo. Da Fusinato, Erminia Fuà ebbe tre figli: Gino, Guido che diverrà docente universitario di diritto internazionale, deputato del collegio di Feltre e uomo di governo, ed appunto Teresita che sposò Antonio Bianco. Insieme con il marito coltivava l’amicizia del poeta e scrittore Ippolito Nievo e, dopo la tragica morte di costui, la Fuà riuscì a far pubblicare la famosa opera del giovane friulano Le confessioni di un italiano. Durante un soggiorno del letterato, in villa fu ospitato Giosuè Carducci, in visita a Feltre a Giambattista Bellati. Nel 1884 nacque Erminia che, sposatasi al marchese Gaetano Palici Di Suni della Planargia, divenne la nuova proprietaria della villa che, in onore suo e della nonna materna, prese il nome di “Erminia”.
Nella seconda metà del Novecento la villa venne ceduta dagli eredi della famiglia Di Suni a Gastone Spezzati.
Dopo la morte di quest’ultimo, pochi anni or sono, la villa è stata infine alienata agli attuali proprietari.